venerdì 26 giugno 2015

Camilla Targher a TV QUI Modena


Ho avuto il piacere di essere ospitata da TV QUI Modena all’interno della trasmissione In Onda condotta dal bravo e simpatico Maurizio Rizzi, che con passione e trasporto mi ha intervistata sul libro Comunicare la separazione ai figli, su La favola di puledrino contenuta nel libro, su come comunicare la separazione ai figli in base alle diverse fasce di età e su come favorire la continuità dei rapporti in famiglia.

E’ stata una piacevole chiacchierata, che in modo scorrevole ha affrontato temi delicati, importanti, attuali.

Prima parte: si può spiegare una questione così delicata, come la separazione, attraverso un libro? I figli cominciano a capire cosa succede ancora prima che i genitori lo spieghino loro?

Seconda parte: come viene gestito il modo in cui si comunica ai bambini la decisione di separarsi? Quali consigli si possono dare per affrontare questo delicato momento?

Terza parte: in che modo il libro Comunicare la separazione ai figli include due anime, quella giuridica e quella pedagogica? Come trovare soluzioni organizzative e relazionali adeguate grazie alla mediazione familiare? In che modo favorire la continuità di dialogo anche in seguito a separazione e divorzio?


Quinta ed ultima parte: la favola di Puledrino è un racconto per adulti e per bambini che parla della famiglia Cavalli, dall’innamoramento alla separazione, passando per la crisi e lo scorrere delle stagioni. Narrata dal punto di vista di puledrino, permette ai bambini di identificarsi nel personaggio e facilità i genitori nel comprendere come essi percepiscano la separazione e cosa possa rassicurarli e sostenerli.

Foti Michela, Targher Camilla, Comunicare la separazione ai figli. Dall’affidamento condiviso alla bigenitorialità passando per la mediazione familiare, Giraldi Editore, S. Lazzaro di Savena (BO), 2014.

venerdì 19 giugno 2015

Cominciare da sé


In ogni rapporto, in ogni relazione, si possono vivere momenti belli e felici, così come momenti difficili e impegnativi, a prescindere dal tipo di relazione (lavorativa, amorosa, familiare ecc.). Abbiamo l’idea ed il desiderio che i rapporti possano essere idilliaci, perfetti, capaci di farci stare sempre bene, di sostenerci e non deluderci mai. Peccato che, nella realtà dei fatti, le cose non vadano sempre così. Gli impegni ed i problemi sono all’ordine del giorno e riescono a complicare anche le situazioni potenzialmente più rosee e più dolci, come un amore o un rapporto con un figlio.

Quante volte ci sentiamo delusi, traditi e feriti da una persona che non ci capisce, che si dimostra diversa dalle aspettative e che non è più in grado di soddisfare i nostri desideri? Ecco allora che, anche le unioni più solide e collaudate, cominciano a vacillare sotto il peso della quotidianità ed i sogni comuni lasciano il posto alle preoccupazioni individuali. Comincia pertanto la caccia ai problemi che, guarda caso, riguardano sempre gli altri…

Riteniamo spesso che siano gli altri ad avere bisogno di un aiuto (del medico, psicologo, pedagogista, logopedista, mediatore, ecc.) per capire e colmare le loro mancanze e imperfezioni, ma noi siamo proprio così sicuri di essere impeccabili? Di essere immuni da errore? Di essere già perfetti su tutto? Ritenere di non dover migliorare è l’ostacolo più grande verso una messa in discussione che non sia solo formale ma anche sostanziale e che porti a vero cambiamento, fatto di desiderio di modifica e reale capacità di crescita e miglioramento.

Come passare dalle accuse all’autoanalisi? Dal giudizio delle mancanze altrui alla consapevolezza delle proprie? Quali sono i 3 fattori fondamentali da tenere presenti nel rapporto con gli altri?
Leggi l’articolo completo L’importanza di fare il primo passo su Logopaideia, Terapie del Linguaggio e delle Relazioni.

mercoledì 3 giugno 2015

Come comunicare con i bambini


Ho sentito tante volte questa conversazione tra genitore e bimbo:
G. Com’è andata oggi a scuola?
B. Bene.
G. Cosa avete fatto?
B. Boh, non mi ricordo…
e a quel punto la conversazione finisce!!
Cosa vuol dire comunicare con i bambini? Come mettersi in ascolto dei propri bimbi e costruire le basi per un buon dialogo? Quali sono i 3 passaggi da mettere in pratica per attivare una buona comunicazione? Bimbò – bambini da vivere lo ha chiesto a Camilla Targher, pedagogista e mediatrice familiare.
Per comunicare con facilità è indispensabile porre le basi affinché il dialogo non sia un semplice (e insoddisfacente) susseguirsi di domande e risposte che finiscono ancora prima di cominciare, ma significhi sperimentare il piacere di parlare e di ascoltarsi, in modo tale che le parole non vadano “strappate con le pinze” ma fluiscano nel modo più spontaneo e piacevole possibile. Affinché questo avvenga dobbiamo tenere presenti alcuni fattori fondamentali, che non possono mancare in una buona comunicazione:
Leggi l’articolo completo su Bimbò – bambini da vivere:
http://www.bambinidavivere.com/2015/06/02/cosa-vuol-dire-comunicare-con-i-bambini/