venerdì 28 gennaio 2011

curricula ridicula

Qualche anno fa è uscito in edicola un esilarante libro dal titolo: “La mia azienda sta stirando le cuoia. 1000 curricula ridicula dell’Italia che cerca lavoro”.
L’autore si nasconde sotto lo pseudonimo di “Enza Consul”, ma si tratta probabilmente di un professionista della selezione del personale, che ha riportato in questo libro il peggio di quanto raccolto in quindici anni di attività.
Ne riporto alcuni estratti, liberamente interpretati:

L'ESORDIO
L'alfabeto? - Sono un laureato in economia e commercio, vi scrivo perché voglio diventare un manager con la A maiuscola.
Col binocolo - Ho visualizzato la Vs. inserzione leggendola sul giornale.
Poliziesco - Allego alla presente il mio identikid.
Infiltrati - Vi chiedo di essere infiltrato nella vostra Banca dati.
Aiuto! - Prendo sputo dalla vostra inserzione.
Station wagon - In risposta al Vostro annuncio premetto che dispongo di un ampio bagagliaio d'esperienza.
Lacrime amare - Mi sono impelagato in un lavoro che fa piangere.
Saldi - Sono in offerta speciale perché tra due giorni mi dimetto.
Non vale un gran che - Allego un breve straccio del mio curriculum.
Curricula forati - Se nel mio curriculum trovate due buchi è perché ho avuto due figlie
Just in retard - Spero di essere ancora "just in time" per inviarvi un curriculum, anche se sono passati 32 giorni dall'inserzione.
L'africano - Mi è giunto il tam-tam della vostra ricerca.
Avrà sonno - Vi farò una breve ricapitolazione del mio bedground
Barbiere di Siviglia - Volete un venditore coi baffi, pelo e contropelo?
Fiaba - C'era una volta un laureato in filosofia al primo impiego che cercava lavoro.
Demenziale - Vi ringrazio del Vs. invito, ma siccome ci ho ripensato, non accetto inviti da sconosciuti
Superalcolica - La vostra offerta mi inebria
Magellano - Vi allego una breve ma mi auguro chiara circumnavigazione delle mie esperienze professionali
Modesto - La mia può sembrare un'Odissea, ma Ulisse in confronto non è nessuno, ho viaggiato per tutta la vita.
Tascabile - Il mio curriculum è breve e potrebbe stare nel palmo di una mano: sono monoaziendale.
Salomè - Non ho segreti, vi scrivo senza veli
San Giovanni - Ecco la mia testa su un piatto d'argento
La piovra - La vostra inserzione è tentacolare
Coerente - Sono perito agrario ancora in erba.

COME SI PRESENTANO
Capelluto puntuale - Non sono calvo e ho il fisic du rolex
Pinocchio - Sono un tipo piuttosto longiligneo..
I nostri eroi - Mio padre è stato ufficiale della Guardia di Finanza, che salva più vite umane degli stessi medici e a rischio della propria.
Gerarchie - Stato di famiglia: padre, madre, fratello inferiore. Per le mamme siamo sempre bambini. Ho due bambini piccoli di 12 e 18 anni.
Parentado colto - Circa trenta dei miei parenti sono laureati, come il fratello di mia madre. Circa venti dei miei parenti sono diplomati alle scuole medie superiori.
Vocazione familiare - Sono sposato ragioniere, mia moglie è ragioniera, i miei figli ragionieri
Parenti d'acciaio - Il marito di una cugina di mio padre da parte di mio nonno paterno era ingegnere
Tira e molla - Mi sono separato, poi divorziato, poi risposato poi ancora separato, adesso non ci casco più
Culturista - Alto: 1.83; pesante: 60 kg. Miei punti di forza: bicipite 40 cm intrazione, torace 140 cm, capacità inspiratoria 10 litri.
Bidonato - Ho sposato un'ereditiera che però non ha mai ereditato
Sa anche contare! - Se prima eravamo in due, adesso col bambino siamo in tre
Scoppia di salute - Di salute sto più che bene, e posso migliorare dopo quattro piccoli interventi chirurgici
Buongustaio - Qui ora c'è la parte più appetitosa del mio curriculum.
Figlio di calcolatrice - Ritengo di essere di natura contabile.
L'arcobaleno - Come potete vedere il mio è un curriculum variopinto

STUDI E QUALIFICHE
Cosa contano i posteriori - Ai fini di un'assunzione a posteriori della mia laurea
Diploma meritato - Titolo di studio: Raggioniere
Audioleso - Ho fatto un corso di specializzazione alla Sordona
Padrelingua - Sono di padre-madre-lingua inglese
Come farà al telefono? - L'italiano lo conosco bene, ed è già di pochi, le lingue straniere sono scolastiche ma me la cavo con la mimica
Che cosa vorrà dire? - Lingue attive: anglo americano. Lingue passive: francese
Sospetto - Non sono un pataccaro, anche se vendo orologi
Se lo dice lui - Non sono un markettaro, ma un uomo di vendita
Il cacciatore - Nell'ultima battuta ho portato a casa 50 clienti
Beato lui - Sono depositario di cultura parauniversitaria e polifunzionale
E allora? - Ho partecipato ad un gioco quiz di Mike Bongiorno
Deamicisiano - A otto anni prima di andare a scuola vendevo tutte le mattine un cestinodi frutta. I miei clienti erano operai che con un pezzo di pane del giorno precedente ed il mio genuino prodotto potevano gustare un lauto pranzo. A 14 anni pur continuando a studiare ho avuto una qualifica commerciale superiore e infatti sono passato da venditore abusivo ad ambulante con banco mobile
Sì, si vede - Come vedete sono un autodidattico
Libero a pranzo - Prima lavoravo sotto padrone, ma adesso faccio il free-lunch

ASPIRAZIONI
Discreto - Ve lo scrivo sotto voce, ho intenzione di cambiare
Il juke box - Per la cronaca sono molto gettonato, cioè ho molte offerte
Fantino - Nonostante sia saldamente in sella al vertice aziendale
Il gambero - La mia escalation professionale è in discesa
Il faraone - Opero soltanto per obiettivi ed aspiro ad una carriera piramidale
Ambizioni concrete - Per tanti soldi, prestigio, e avere una segretaria bella e disponibile e con le tette grosse
La medaglia a tre facce - Ci sono tre facce della medaglia che mi spingono ad andar via: la prima, la distanza. La seconda: i soldi. La terza: mia moglie che lavora nel mio ufficio e già la sopporto a casa.
Pregate - La crisi ci ha messo inginocchiati
Voglia di Carriera - Sono pronta a partire dal primo gradino, ma, se posso essere sincera, me lo risparmierei volentieri
Allora quando? - Non sono abituato a mercanteggiare quando si parla di soldi
Pagamento alla consegna - Del colore dei soldi ne parleremo in un eventuale colloquio
Politico - Riguardo allo stipendio vorrei definire il quorum
Il riscatto - Aspettativa economica: vanno bene soldi anche di piccolo taglio basta che non siano al di sotto dei 40 milioni lordi

ALTRE PERLE VARIE
Richiedo un salario commiserato con la mia vasta esperienza
Ho imporoto Word Perfect 6.0 ed altri progrommi come figli di colculo.
Ho ricevuto una tacca come Venditore dell'Anno.
Interamente responsabile per il fallimento di due (2) istituzioni finanziarie.
Bocciato all'esame per magistrato con voti relativamente alti.
Consiglio al datore di lavoro di non farmi lavorare con altre persone.
Incontriamoci, così potrai meravigliarti della mia esperienza.
Mi farai diventare il tuo Super-Mega Boss in pochissimo tempo.
Sono un perfezzionista, e raramente anzi anzi quasi mai dimentico i dettagli.
Lavoravo per mia madre, finchè non ha deciso di trasferirsi.
Stato civile: Nubile. Non sposata. Non fidanzata. Senza relazioni sentimentali. Senza impegni futuri.
Sono diventato completamente paranoide, non credo in niente e nessuno.
Il mio obiettivo e' diventare meteorologo, ma poiche' non ho un titolo di studio in quel settore, credo che posso anche provare a diventare agente di borsa.
Interessi personali: Donare il sangue. Finora ne ho donati 50 litri.
Ho rivestito un ruolo essenziale nel rovinare un'intera operazione per l'acquisto di una catena di negozi.
Nota: Si prega di non interpretare male il fatto che ho cambiato 14 lavori. Non ho mai dato le dimissioni da un lavoro.
Sposata: spesso. Bambini: svariati.
Ragione per la quale si è lasciata l'ultima occupazione: Insistevano che tutti gli impiegati andassero al lavoro alle 8.45 ogni mattina. Non potevo lavorare sotto quelle condizioni.
La ditta ha fatto di me un capro espiatorio, proprio come i miei tre precedenti datori di lavoro.
Sono risultato ottavo in un esame al quale hanno partecipato dieci candidati.
Possibili referenze: Nessuna. Ho lasciato un cammino di distruzione dietro di me.
Lingue conosciute: Inglese; ho frequentato corsi "fool" immersion di livello avanzato

venerdì 14 gennaio 2011

mi spezzo ma non mi piego

L’orario flessibile sul luogo di lavoro è una pratica ancora poco utilizzata, almeno qui da noi. Se in molti Paesi dell’Unione Europea gli orari flessibili sono ormai una realtà, in Italia le classiche otto ore da lunedì a venerdì continuano a rappresentare la tipologia di gestione del tempo maggiormente utilizzata.
Non solo entrare e uscire dal posto di lavoro ad orari flessibili o accumulare ore di straordinario per avere più vacanza oltralpe sono cosa comune, ma in molti Paesi si può richiedere il part-time anche senza essere in attesa di un bimbo, si possono accumulare ore di lavoro e usufruire poi di intere giornate libere, fino ad arrivare persino ad essere titolari di un monte orario da gestire in un lasso di tempo che abbraccia l’intera vita professionale.
La European Company Survey di Eurofound, ovvero la Fondazione Europea per il Miglioramento delle Condizioni di Lavoro, ha svolto un’indagine che ha coinvolto oltre 27mila aziende di 30 nazioni diverse e il quadro che ne è emerso è che il 56 per cento delle imprese, nell'Europa dei 27, offre ai dipendenti un forma minima di flessibilità oraria. Ma nel nostro Paese il dato scende di molto sotto il 50% e solo il 15% delle aziende concede la possibilità di prendersi il giorno libero. L’Italia quindi, a livello di flessibilità, è paragonabile ad altre nazioni entrate da poco nell'Unione Europea, come la Slovacchia e l'Ungheria, e anche il Portogallo, che su alcuni parametri ci stava dietro, ci ha recentemente superati.
Nel resto dell’Europa, invece, si sta verificando una tendenza generale verso la flessibilità del lavoro e nei Paesi Scandinavi, ad esempio, è sempre più frequente trovare un impiegato con famiglia che usufruisce di un contratto flessibile. Anche in Inghilterra, dallo scorso anno, i genitori con figli minori di 16 anni possono contare su orari e modalità lavorative più elastiche.
L’orario flessibile, fra l’altro, rappresenta una pratica molto utile non solo per chi rientra al lavoro dopo una maternità o deve prendersi cura di un parente anziano, ma anche per chi desidera alternare studio e lavoro o, semplicemente, avere più tempo per sé. Impensabile? Utopistico? Irrealizzabile? No, anzi. E’ stato dimostrato come la flessibilità, intesa come la possibilità di organizzare in maniera elastica il proprio orario e il proprio carico di lavoro, porti con sé grandi benefici, non solo per quanto concerne il benessere delle persone, ma anche per le aziende per le quali esse lavorano.
Un recente studio pubblicato sulla Cochrane Library (Systematic Reviews and Evidence for Healthcare decision-making), nel quale sono stati coinvolti oltre 16.000 lavoratori, ha infatti confermato come il poter organizzare in maniera più autonoma e flessibile il proprio lavoro abbia un impatto positivo sulla salute di chi ne usufruisce, con conseguenti benefici anche in termini sociali. I ricercatori della Cochrane Library, dopo aver analizzato diverse forme di lavoro flessibile, sono giunti alla conclusione che l’auto-programmazione degli orari di lavoro influisce positivamente su numerosi aspetti legati alla salute, quali la pressione sanguigna, il sonno e persino la salute mentale. Gli autori della ricerca citano come esempio uno studio compiuto sugli agenti di polizia, nel quale evidenziano come quelli in grado di gestire autonomamente l’orario di inizio del proprio turno mostrino un miglioramento del proprio benessere psicologico rispetto ai loro colleghi impiegati e quindi vincolati ai soliti orari di ufficio. La stessa autrice dello studio, Clare Bambra dell'Istituto di ricerche Wolfson, presso l'università di Durham (UK), commenta i risultati della ricerca affermando che la flessibilità e la programmazione personalizzata migliorano la salute e il benessere delle persone, al punto tale che i lavoratori che possono gestire i propri impegni in maniera più autonoma ricavano grandi benefici per la propria salute rispetto ai lavoratori che devono sottostare a vincoli più rigidi.
Ma riuscire a organizzare la propria giornata lavorativa conciliando lavoro, vista familiare e tempo libero, è davvero un’utopia? Sicuramente non è un’impresa facile e non è un risultato immediatamente raggiungibile. Presuppone un’ottima organizzazione, personale e aziendale, e grande disponibilità al dialogo e alla cooperazione. Ma è possibile. E c’è infatti chi, anche qui da noi, ci sta riuscendo con grande successo.
L’ASL (Azienda Sanitaria Locale) di Trento, ad esempio, sta portando avanti un progetto sperimentale denominato PERLA (personalizzazione dell’orario di lavoro e telelavoro) che sta dando risultati molto positivi, al di là delle più rosee previsioni. Il progetto riguarda attualmente 250 dipendenti di diversi settori, soprattutto amministrativi oppure sanitari non coinvolti nella turnistica, che usufruiscono volentieri della flessibilità perché impegnati nell’accudire bambini piccoli o parenti anziani, ma anche per coltivare hobbies e interessi personali, o per studiare all’università. Tutto questo ovviamente senza stravolgere la realtà lavorativa, ma semplicemente adottando qualche piccolo ritocco dell’orario, quali quello di inizio e fine giornata, facendo attenzione a garantire una presenza costante in determinate fasce. La flessibilità, infatti, non deve causare danni all’attività lavorativa e va perciò programmata con estrema cura e attenzione, lasciando inalterato il monte ore che la persona deve trascorrere in azienda e di conseguenza anche il suo stipendio. Questa fra l’altro è una delle ragioni per le quali l’orario flessibile, laddove applicato, viene generalmente preferito al part-time, con un grande vantaggio sia per il dipendente che per l’azienda stessa. Inoltre l’orario flessibile permette di garantire la massima presenza di personale nei momenti di picco, assicurando il pieno svolgimento delle varie attività aziendali, e una presenza ridotta nei momenti di minor lavoro, ottimizzando in tal modo la distribuzione della forza lavoro.
Un esempio analogo è rappresentato dalla ZF, un'azienda metalmeccanica di Caselle di Selvazzano (PD), la filiale italiana di una multinazionale tedesca che produce ingranaggi per motori marini. Qui gli operai, 200 su 360 dipendenti, scelgono il proprio orario di lavoro. Lo hanno battezzato "orario a menù" ed è orchestrato fra azienda e sindacati che insieme hanno trovato questa soluzione: ogni due mesi i lavoratori compilano una richiesta con le loro preferenze sull'orario di lavoro mentre l'impresa stipula un piano relativo alle necessità produttive, dopodichè un software incrocia le diverse esigenze e in base a questo gli operai possono scegliere fra un "orario di carico", che significa lavorare di più, oppure un "orario di scarico", per avere più tempo libero. Il bilancio delle ore si fa a fine anno, tenuto conto che in ogni settimana si dovrebbe lavorare 40 ore. Anche qui i risultati sono simili: sono diminuiti gli straordinari e l’assenteismo, e sono invece aumentate la puntualità e i margini di redditività.


Un altro fattore spesso trascurato ma invece fondamentale è infine rappresentato dal fatto che coordinare il proprio orario con i colleghi e con i responsabili dell’azienda è un processo che responsabilizza, da entrambe le parti, e favorisce il dialogo e la comunicazione. Queste, a loro volta, migliorano il clima aziendale e rendono più stabile e duraturo il coinvolgimento dei dipendenti nell’organizzazione stessa, con un conseguente aumento della produttività e diminuzione di assenze e permessi dal lavoro.
Sappiamo quanto il successo e la prosperità di un’azienda siano intimamente correlate all’appagamento e alla soddisfazione delle proprie risorse umane. Valorizzare la risorsa per quello che è, appunto, umana, capire le sue esigenze e riconoscerle la possibilità di gestire in armonia la propria vita professionale e personale, produrrà dei benefici così importanti in termini di salute e di benessere, che ne risentirà in positivo tutta l’organizzazione. Trascorriamo la maggior parte della nostra vita sul posto di lavoro, quindi più riusciremo a creare un ambiente sereno e collaborativo, tanto più i nostri collaboratori  saranno sereni e disposti a collaborare.
L’orario rigido pone delle barriere fra azienda e personale, mentre l’orario flessibile unisce e crea condivisione. Ovvio, quindi, che ci debbano essere determinati requisiti di base, perché orario flessibile non deve significare che ognuno fa quello che gli pare. Anzi, presuppone che l’azienda sia ottimamente organizzata e che faccia del dialogo la sua bandiera. Perché è proprio lavorando in un clima di fiducia e di collaborazione che è possibile far combaciare le esigenze aziendali con quelle delle persone che ne fanno parte, con grande beneficio di queste e, di riflesso, del benessere aziendale.
Articolo di Camilla Targher pubblicato su "Migliorare" Anno II N. 5, 2010