C’è una modalità alternativa e creativa di lavoro che
sto utilizzando ultimamente e che può essere definita con il bizzarro nome di ignorant brainstorming, ovvero “tempesta
cerebrale ignorante ”.
Il brainstorming
(dall’inglese brain = 'cervello' e storm = 'tempesta'), è una tecnica
di creatività utilizzata per fare emergere nuove idee volte alla risoluzione di
un problema all’interno di un gruppo. In campo aziendale, viene spesso
utilizzata per il marketing e lo sviluppo di nuovi prodotti, per risolvere un
problema, per la gestione di un progetto e per rafforzare lo spirito di gruppo
e la collaborazione.
Consiste nel proporre e
far fluire liberamente soluzioni di ogni tipo (anche apparentemente
bizzarre) senza che esse vengano criticate o
censurate. La critica ed eventuale selezione delle idee migliori interviene solo in un secondo
momento, terminata la seduta di brainstorming.
Questo presuppone che le persone in questione lavorino su di uno stesso
progetto o abbiano comunque delle competenze in
qualche modo attinenti con l’oggetto della discussione.
L’ignorant
brainstorming, al contrario, presuppone
che su una determinata idea venga interpellata una o più persone che hanno
nulla o poco a che vedere con l’argomento in questione. Viene ad
esempio utilizzato in campo musicale: un autore/musicista fa ascoltare un nuovo
brano a persone che non c’entrano nulla con la musica, ma che potrebbero essere
possibili acquirenti di un CD. Questo per capire se il pezzo piace oppure no.
Reputo l’ignorant
brainstorming particolarmente importante in quanto, senza nulla
togliere alla iperspecializzazione,
fondamentale in qualsiasi campo, ritengo che a volte conoscere
troppo dettagliatamente il proprio campo di azione finisca per farci
concentrare troppo sul particolare, a scapito di una visione allargata
d’insieme, e rischia anche di farci scegliere dei linguaggi e codici comunicativi troppo specifici,
che però renderebbero l’argomento eccessivamente complesso per i non addetti ai
lavori.
Io ad esempio utilizzo l’ignorant
brainstorming quando
scrivo un nuovo corso di formazione. Una volta terminate le slide lo faccio
volutamente vedere a chi di formazione capisce poco o nulla: se il significato
dell’argomento viene colto al volo, so che il mio corso funziona; se chi lo
legge appare dubbioso, so che devo semplificarlo per renderlo più fruibile.
I campi di
applicazione sono innumerevoli e non necessariamente relegati al contesto
lavorativo: a volte un bambino può darci il consiglio migliore su
come decorare la casa, o qualcuno che detesta cucinare può però amare un
ingrediente particolare che aggiunto alla nostra ricetta la renderebbe molto
più appetitosa, o una persona che abbiamo appena
incontrato può darci consigli sull’amore molto più azzeccati di chi ci conosce
da una vita.
Non esistono limiti di applicazione al brainstorming
e all’ignorant brainstorming: è un
metodo rapido, economico e divertente per trovare “soluzioni nuove” ai “soliti problemi”: possiamo
avere tutti qualcosa di interessante da trasmettere, anche se siamo ignorant! ;-)