martedì 8 gennaio 2013

ignorant brainstorming


C’è una modalità alternativa e creativa di lavoro che sto utilizzando ultimamente e che può essere definita con il bizzarro nome di ignorant brainstorming, ovvero “tempesta cerebrale ignorante ”.

Il brainstorming (dall’inglese brain = 'cervello' e storm = 'tempesta'), è una tecnica di creatività utilizzata per fare emergere nuove idee volte alla risoluzione di un problema all’interno di un gruppo. In campo aziendale, viene spesso utilizzata per il marketing e lo sviluppo di nuovi prodotti, per risolvere un problema, per la gestione di un progetto e per rafforzare lo spirito di gruppo e la collaborazione.

Consiste nel proporre e far fluire liberamente soluzioni di ogni tipo (anche apparentemente bizzarre) senza che esse vengano criticate o censurate. La critica ed eventuale selezione delle idee migliori interviene solo in un secondo momento, terminata la seduta di brainstorming. Questo presuppone che le persone in questione lavorino su di uno stesso progetto o abbiano comunque delle competenze in qualche modo attinenti con l’oggetto della discussione.

L’ignorant brainstorming, al contrario, presuppone che su una determinata idea venga interpellata una o più persone che hanno nulla o poco a che vedere con l’argomento in questione. Viene ad esempio utilizzato in campo musicale: un autore/musicista fa ascoltare un nuovo brano a persone che non c’entrano nulla con la musica, ma che potrebbero essere possibili acquirenti di un CD. Questo per capire se il pezzo piace oppure no.

Reputo l’ignorant brainstorming particolarmente importante in quanto, senza nulla togliere alla iperspecializzazione, fondamentale in qualsiasi campo, ritengo che a volte conoscere troppo dettagliatamente il proprio campo di azione finisca per farci concentrare troppo sul particolare, a scapito di una visione allargata d’insieme, e rischia anche di farci scegliere dei linguaggi e codici comunicativi troppo specifici, che però renderebbero l’argomento eccessivamente complesso per i non addetti ai lavori.

Io ad esempio utilizzo l’ignorant brainstorming  quando scrivo un nuovo corso di formazione. Una volta terminate le slide lo faccio volutamente vedere a chi di formazione capisce poco o nulla: se il significato dell’argomento viene colto al volo, so che il mio corso funziona; se chi lo legge appare dubbioso, so che devo semplificarlo per renderlo più fruibile.

I campi di applicazione sono innumerevoli e non necessariamente relegati al contesto lavorativo: a volte un bambino può darci il consiglio migliore su come decorare la casa, o qualcuno che detesta cucinare può però amare un ingrediente particolare che aggiunto alla nostra ricetta la renderebbe molto più appetitosa, o una persona che abbiamo appena incontrato può darci consigli sull’amore molto più azzeccati di chi ci conosce da una vita.

Non esistono limiti di applicazione al brainstorming e all’ignorant brainstorming: è un metodo rapido, economico e divertente per trovare “soluzioni nuove” ai “soliti problemi: possiamo avere tutti qualcosa di interessante da trasmettere, anche se siamo ignorant! ;-)