Perché molte relazioni si
presentano come problematiche? difficoltose? deludenti? Perché si parla di
“crisi della coppia”, di fine dell’amore?
Uno dei motivi principali
è che, spesso, le unioni vengono idealizzate e concepite come qualcosa di statico, da preservare identico nel corso
degli anni, quando invece ogni relazione comporta inevitabilmente l’innescarsi
di un processo, di un rapporto che cambia nel tempo. Ogni coppia, infatti,
racchiude in sé diverse fasi che ne compongono il ciclo evolutivo.
Di conseguenza, ad ogni
stadio subentrerà un cambiamento nel modo di relazionarsi e la necessità di
trovare un nuovo equilibrio, attraverso
una rielaborazione di ruoli, regole e relazioni affettive.
Per quanto riguarda gli
stadi del ciclo vitale della coppia, il primo è sicuramente quello dell’innamoramento, ovvero una fase caratterizzata da una
forte idealizzazione del partner. In questa fase si crea una vera e propria simbiosi
fra le parti, in quanto si percepiscono solo i pregi e le somiglianze,
attribuendo all’altro la capacità di soddisfare i nostri bisogni e aspirazioni.
Il partner viene visto come colui/colei in grado di realizzare i nostri
desideri più profondi, di trasformare i nostri sogni in realtà.
Generalmente alla fase
dell’innamoramento segue quella della delusione, in quanto ci si accorge che l’altro non corrisponde alla figura
idealizzata durante l’innamoramento. Questa è la fase dell’individuazione, ovvero un processo di differenziazione che ha per
obiettivo lo sviluppo della personalità individuale. Emergono le differenze e le divergenze fra sé ed il proprio partner e questa realizzazione
ha solitamente un duplice risvolto: da una parte la delusione, dall’altra la
possibilità di conoscere ed apprezzare l’altra persona per quello che è, nella
sua unicità.
Questo processo di
individuazione e di momentanea distanza in cui si comincia a pensare
individualmente è fondamentale per giungere al riavvicinamento: il legame simbiotico iniziale lascia spazio all’ interdipendenza, fase in cui due persone indipendenti
sono capaci di relazionarsi, di discutere
i contenuti senza giudicare la persona, di risolvere i conflitti insieme.
Numerosi fattori
contribuiscono al successo di un’unione:
sicuramente una scelta accurata del partner, ma anche il tipo di relazione con
la famiglia di origine, avere delle aspettative realizzabili, nonché la propria
capacità di affrontare e risolvere i conflitti.
Le difficoltà iniziano
quando uno dei due non è pronto per questo passaggio e considera il cambiamento
un pericolo, anziché come parte del naturale processo evolutivo. A volte i
partner si preoccupano solo che la loro relazione non cambi, non si spezzi,
piuttosto che affrontare eventuali conflitti e l’inevitabile evoluzione del
rapporto, mentre invece è fondamentale abituarsi all’idea che ogni fase di
sviluppo comporta crisi che sono tipiche e assolutamente normali, ed è proprio la capacità di superarle che mantiene
viva l’unione.
Non è infatti l’emergere
delle crisi che è problematico, ma il cercare di evitarle: ne sono esempio
quelle unioni in cui (apparentemente) va tutto bene, dove non si litiga mai, ma
che poi all’improvviso si sgretolano e finiscono da un momento all’altro.
Quando l’evoluzione non riesce a completarsi, possono insorgere problematiche
più o meno profonde, fino alla rottura del rapporto.
La coppia,
quindi, non è un processo dove due persone diventano una, ma è la capacità di
entrare in intimità con l’altro, rispettandone l’unicità e l’identità
personale: 1 + 1 = 2 persone che
scelgono di stare insieme, rispettandosi e valorizzandosi reciprocamente.
Articolo di Camilla Targher www.camillatargher.it