venerdì 24 maggio 2013

ciclo di vita della coppia



Perché molte relazioni si presentano come problematiche? difficoltose? deludenti? Perché si parla di “crisi della coppia”, di fine dell’amore?

Uno dei motivi principali è che, spesso, le unioni vengono idealizzate e concepite come qualcosa di statico, da preservare identico nel corso degli anni, quando invece ogni relazione comporta inevitabilmente l’innescarsi di un processo, di un rapporto che cambia nel tempo. Ogni coppia, infatti, racchiude in sé diverse fasi che ne compongono il ciclo evolutivo.

Di conseguenza, ad ogni stadio subentrerà un cambiamento nel modo di relazionarsi e la necessità di trovare un nuovo equilibrio, attraverso una rielaborazione di ruoli, regole e relazioni affettive.

Per quanto riguarda gli stadi del ciclo vitale della coppia, il primo è sicuramente quello dell’innamoramento, ovvero una fase caratterizzata da una forte idealizzazione del partner. In questa fase si crea una vera e propria simbiosi fra le parti, in quanto si percepiscono solo i pregi e le somiglianze, attribuendo all’altro la capacità di soddisfare i nostri bisogni e aspirazioni. Il partner viene visto come colui/colei in grado di realizzare i nostri desideri più profondi, di trasformare i nostri sogni in realtà.

Generalmente alla fase dell’innamoramento segue quella della delusione, in quanto ci si accorge che l’altro non corrisponde alla figura idealizzata durante l’innamoramento. Questa è la fase dell’individuazione, ovvero un processo di differenziazione che ha per obiettivo lo sviluppo della personalità individuale. Emergono le differenze e le divergenze fra sé ed il proprio partner e questa realizzazione ha solitamente un duplice risvolto: da una parte la delusione, dall’altra la possibilità di conoscere ed apprezzare l’altra persona per quello che è, nella sua unicità.

Questo processo di individuazione e di momentanea distanza in cui si comincia a pensare individualmente è fondamentale per giungere al riavvicinamento: il legame simbiotico iniziale lascia spazio all’ interdipendenza, fase in cui due persone indipendenti sono capaci di relazionarsi, di discutere i contenuti senza giudicare la persona, di risolvere i conflitti insieme.

Numerosi fattori contribuiscono al successo di un’unione: sicuramente una scelta accurata del partner, ma anche il tipo di relazione con la famiglia di origine, avere delle aspettative realizzabili, nonché la propria capacità di affrontare e risolvere i conflitti.

Le difficoltà iniziano quando uno dei due non è pronto per questo passaggio e considera il cambiamento un pericolo, anziché come parte del naturale processo evolutivo. A volte i partner si preoccupano solo che la loro relazione non cambi, non si spezzi, piuttosto che affrontare eventuali conflitti e l’inevitabile evoluzione del rapporto, mentre invece è fondamentale abituarsi all’idea che ogni fase di sviluppo comporta crisi che sono tipiche e assolutamente normali, ed è proprio la capacità di superarle che mantiene viva l’unione.

Non è infatti l’emergere delle crisi che è problematico, ma il cercare di evitarle: ne sono esempio quelle unioni in cui (apparentemente) va tutto bene, dove non si litiga mai, ma che poi all’improvviso si sgretolano e finiscono da un momento all’altro. Quando l’evoluzione non riesce a completarsi, possono insorgere problematiche più o meno profonde, fino alla rottura del rapporto.

La coppia, quindi, non è un processo dove due persone diventano una, ma è la capacità di entrare in intimità con l’altro, rispettandone l’unicità e l’identità personale: 1 + 1 = 2 persone che scelgono di stare insieme, rispettandosi e valorizzandosi reciprocamente.

Articolo di Camilla Targher www.camillatargher.it