martedì 19 febbraio 2013

pause e produttività


Pause e produttività: un dilemma che attanaglia spesso i datori di lavoro. Le pause sono sacrosante e fra l’altro obbligatorie per legge, ma quanto incidono realmente sulla produttività dei lavoratori? La tradizionale pausa sigaretta e la pausa caffé al distributore, oltre al sempre più attuale utilizzo dei social network, sono davvero una delle ragioni del calo di produttività all’interno delle aziende?

In particolare i social network negli ultimi anni hanno raggiunto il top della black list dell’improduttività aziendale, guardati con sospetto in alcuni luoghi di lavoro fino ad arrivare ad essere vietati in alcune aziende o pubbliche amministrazioni.

Soluzione drastica ma plausibile, se è vero, come evidenziano le ultime ricerche in merito, che circa la metà dei dipendenti aziendali utilizza almeno un’ora al giorno per navigare in Internet, controllare la posta elettronica (quella personale) e connettersi sui social. E’ stato addirittura stimato che solo in Italia vengono perse in questo modo un totale di 31 milioni di ore lavorative all’anno, per un costo pari a 500 milioni di Euro!

Nonostante questi dati poco rassicuranti, ci sono altre correnti di pensiero che non puntano il dito sulle pause ma semplicemente sul loro utilizzo indiscriminato. La pausa, infatti, ha molte proprietà benefiche: rilassa, alleggerisce la mente e predispone al lavoro. E’ stato infatti dimostrato che concedersi una pausa di 10 minuti per navigare liberamente in Internet prima di concentrarsi in una nuova attività, libera la mente e rende più produttivi.

La pausa, quindi, non è nociva, ma dannoso è l’utilizzo che a volte se ne fa: se navigare in Internet e controllare la posta ed il proprio profilo Facebook vengono fatti costantemente e indiscriminatamente (tanto, ci vuole solo un attimo, poi si torna a lavorare...) il rischio è quello di appesantire il cervello costringendolo a troppi input simultanei, ma è anche e soprattutto quello di perdere la reale cognizione del tempo, perché in questo genere di attività è facile “perdersi” e trasformare il famoso attimo in pause ben più lunghe.

Così come è possibile organizzare il proprio lavoro, al tempo stesso è possibile organizzare anche le pause, ad esempio controllando la posta solo fra un’attività e l’altra o navigando alcuni minuti in Internet per rilassarsi solo prima di cominciare un’attività che richiede impegno ed attenzione. La pausa così strutturata è funzionale alla concentrazione e al rilassamento; viceversa il suo “abuso”, ovvero le interruzioni costanti e prolungate, nuocciono all’azienda (calo di produttività) ma anche al singolo (affaticamento da multitasking).