E’ uscito in questi giorni il rapporto ISTAT su
"Separazioni e divorzi in Italia"
relativi al 2010, anno in cui si sono
celebrati quasi 218.000 matrimoni, ma in cui sono avvenute anche più di 88.000
separazioni e circa 54.000 divorzi.
Se nel 2009 ogni 1000 matrimoni ci sono state 297
separazioni e 181 divorzi (dettagli su ISTAT: separazioni e divorzi in questo blog), nel 2010 ogni 1000 unioni sono state
registrate 307 separazioni (ufficiali) e 182 divorzi.
Come nel 2009, anche nel 2010 la durata media di
un matrimonio in Italia è stata di 15 anni
per le separazioni (18 per i divorzi) e a lasciarsi sono state principalmente
persone intorno ai 40-45 anni.
Altri dati significativi sono il fatto che i
matrimoni più recenti durano sempre meno e
che in oltre la metà dei casi chi si divide ha dei figli. In questo caso, quasi
il 90% delle coppie ha ottenuto l'affido condiviso.
L'affidamento condiviso
regola l'affidamento dei figli e
l'esercizio della potestà genitoriale in
caso di cessazione di convivenza dei genitori e prevede che ciascun genitore
sia pienamente responsabile quando i figli sono con lui. In caso di conflitto,
l’affidamento suddivide in modo equilibrato le responsabilità specifiche e la
permanenza presso ciascun genitore, mantenendo inalterata la genitorialità di
entrambi e tutelando quindi la relazione con i figli.
L’affidamento condiviso si basa sul principio di bigenitorialità, in base al quale un bambino ha una sorta di diritto
naturale a mantenere un rapporto stabile con entrambi
i genitori,
anche nel caso in cui questi siano separati o divorziati (a patto che non esistano
impedimenti che giustifichino l'allontanamento di un genitore dal proprio
figlio). Tale diritto è basato sul fatto che essere genitori è un impegno
che si prende nei confronti dei figli e non
dell'altro genitore.
In questo’ottica l’affido condiviso è volto alla tutela
dei minori e del loro diritto a continuare a ricevere cure, educazione ed
affetto da entrambi i genitori, al di là delle possibili influenze di parte.