lunedì 24 settembre 2012

jat lag sociale


Il jet lag, o discronia, è un disturbo che solitamente si manifesta attraversando vari fusi orari. In particolare dopo lunghi viaggi aerei è comune avvertire una sensazione di stordimento, stanchezza, spossatezza e confusione, in quanto il nostro ritmo circadiano viene in breve tempo alterato.

Questi sintomi, però, oggi non vengono più avvertiti solamente come conseguenza di un lungo viaggio, ma anche durante la nostra normale quotidianità, e prendono il nome di jet lag sociale, ovvero una disfunzione originata dalla non corrispondenza tra i nostri ritmi naturali e quelli imposti dalla società, sempre più frenetica nel non facile alternarsi fra esigenze personali, sfera familiare e impegni lavorativi.

I ritmi pressanti imposti dai vari impegni alle nostre vite ci portano ad ignorare costantemente i ritmi naturali e le richieste del nostro corpo, costringendoci ad una dissonanza continua fra ciò che facciamo e ciò di cui avremmo realmente bisogno.

Il risultato? Una sorta di perenne “sindrome da fuso orario”, che si manifesta con gli stessi sintomi, anche se ha cause diverse. A parlarne sulle pagine di Current Biology è Till Roenneberg dell’Università di Monaco, autore della ricerca: «Questa sindrome, che non era mai stata descritta prima, si caratterizza per una discrepanza fra l’orologio biologico e l’orologio 'sociale' che impone alle persone dei ritmi, legati soprattutto alle esigenze lavorative, diversi da quelli biologici».

Le conseguenze del jet lag sociale sono comuni e non vanno sottovalutate: si va dall’insonnia, all’abuso di alcol e caffeina, persino all’aumento di peso e obesità.
Secondo lo studio, una persona su tre soffrirebbe di più di due ore di jet lag sociale, mentre per il 69% sarebbe di almeno un’ora e, ovviamente, tanto più il jet lag sociale è ampio, tanto più aumenta il rischio di sviluppare malattie metaboliche e sovrappeso.

Trovare una soluzione non è semplice perché ci sono dei ritmi imposti dal lavoro e dalla società che non sempre abbiamo la possibilità di modificare. Quello che invece possiamo fare è imparare ad ascoltare il nostro corpo e a capirne i segnali. Se fatichiamo a concentrarci, ci raffreddiamo al minimo spiffero, se soffriamo spesso di mal di testa e così via, probabilmente abbiamo accumulato troppo stress.

Abituiamoci a fare una passeggiata nel weekend, possibilmente respirando aria pura, e a gustarci qualche ora di sole, inseriamo gradualmente nella nostra alimentazione i cibi naturali eliminando gradualmente quelli pieni di zuccheri-conservanti-coloranti, impegnamoci ad andare a letto anche solo una mezzora prima: sono piccole ma importantissime attenzioni che concediamo al nostro ritmo naturale di vita e al nostro corpo… ce ne sarà sicuramente grato!

venerdì 7 settembre 2012

Customer Care: la cura del cliente


Si parla tanto di customer care, che in italiano viene generalmente tradotto con “attenzione per il cliente”, anche se il termine inglese “care” ha un significa più ampio che può essere tradotto come “prendersi cura di”, ed è in questa accezione che mi piace pensare al customer care, come ad un prendersi cura del cliente.
Ci sono molti modi per prendersi cura dei propri clienti. Alcuni sono molto semplici ma pur sempre indispensabili, come fornire un prodotto/servizio all’altezza delle aspettative, esserci sempre se ha bisogno di noi per assistenza o ulteriori informazioni, chiamarlo o passarlo a trovare regolarmente per accertarci che tutto stia andando per il meglio.
Ma ci sono anche mille altri modi per sorprenderlo, per coccolarlo, per farlo sentire al centro delle nostre attenzioni, e non sto parlando di azioni particolarmente costose: a volte semplicemente con un pizzico di inventiva si posso fare cose memorabili!
Tempo fa ho letto un articolo che descriveva alcuni casi di customer care particolarmente degni di nota, ne riporto alcuni (puoi trovare l’articolo completo I migliori casi di customer care a questo indirizzo: http://it.finance.yahoo.com/foto/i-migliori-casi-di-customar-care-slideshow).
La steakhouse americana Morton ha letto in tempo reale un Twit postato da un ragazzo in volo che ha espresso il suo desiderio di trovare una succulenta bistecca con patatite pronte ad accoglierlo al suo arrivo in aeroporto. Alla Morton non ci hanno pensato due volte: hanno rintracciato il volo, identificato il passeggero e si sono presentati in aeroporto con bistecca e patatine!
La catena di supermercati britannica Sainsbury’s ha cambiato il nome delle pagnotte da “Tiger bread” (pane tigre) a “Giraffe bread” (pane giraffa), dopo aver ricevuto una lettera scritta da una bambina che faceva notare loro come il loro pane maculato assomigliasse più ad una giraffa che ad una tigre.
Anche la Apple non smentisce la propria originalità ed ad un cliente che aveva rispedito all’azienda l’ipad2 appena acquistato con un post-it giallo attaccato alla confezione con scritto: “Wife says no” (mia moglie dice di no), la Apple non solo ha restituito i soldi al cliente, ma gli ha fatto recapitare un iPad2 con un post-it giallo con scritto “Apple says yes”!
Il risultato? Sicuramente queste aziende si sono fatte qualche nuovo cliente che non solo acquisterà da loro, ma parlerà di loro in termini entusiastici ai propri famigliari, amici e conoscenti. Non solo, le aziende in questione con queste vincenti azioni di customer care hanno fatto parlare di sé in mezzo mondo. Quanto vale tutto questo? Quanto conta, oggi, nel contesto economico in cui viviamo, in cui il lavoro e i clienti non abbondano, riuscire a tenersi stretti quelli che si hanno e prendersi cura di loro? Quanto vale la capacità di pensare a qualcosa che faccia sentire speciali i nostri clienti? E che attraverso la loro preziosa testimonianza faccia parlare bene di noi?
Se non hai mai fatto qualcosa di speciale per i tuoi clienti, comincia oggi: anche l’azione più semplice, come un “ho telefonato per augurarti una buona giornata” può fare molto piacere, ma con un pizzico di fantasia e di buona volontà puoi fare molto di più…. ne sono certa!